ASSOCIAZIONE AMICI DELL'ORGANO - GENOVA

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Gli Organi

Chiesa di San Matteo
Costruttore: Antonio Alari
Anno di costruzione: 1773
Chiesa di San Matteo

Nel cuore del centro storico di Genova sorge l'Abbazia di San Matteo, affacciata sull'omonima piazza, uno degli angoli più suggestivi della vecchia città, tutta cinta dalle case dei Doria (sec. XII - XV). La chiesa romanico-gotica, fondata nel 1125, dalla caratteristica facciata a bande bianche e nere, ha al suo interno una ricca decorazione cinquecentesca, sovrapposta alla struttura gotica. L'Abbazia, chiesa gentilizia della famiglia Doria, vanta la presenza, tra le altre opere d'arte di prestigiosi maestri, di uno splendido organo costruito nel 1773 da Antonio Alari, maestro organaro appartenuto a una dinastia di costruttori di organi e clavicembali attivi a Roma fin dal 1683.

La presenza di uno strumento di scuola romana a Genova è un fatto singolare, soprattutto se si tiene conto che proprio nel periodo al quale risale la sua costruzione era all'apice del suo successo in Liguria una scuola organaria autoctona legata alla famiglia sanmargheritese dei Roccatagliata.

La spiegazione di tutto ciò va ricercata negli stretti rapporti venutisi a creare fra la casata genovese dei Doria e gli ambienti artistici romani particolarmente a seguito del matrimonio del generale Gianandrea Doria con Anna Pamphili Landi, figlia unica ed erede del principe romano Camillo Pamphili Landi, matrimonio che diede origine alla casata Doria Pamphili Landi, compresa fra i principi romani e fra i grandi di Spagna.

Lo strumento è collocato nel transetto sinistro, in una cantoria marmorea opera di Silvio Cosini (sec.XVI). La cella organaria è ricavata da una nicchia in muratura realizzata nella parete laterale, a ridosso della scala di accesso alla canonica. Il prospetto è inserito in una ricca cornice in legno intagliato e dorato decorato da un fitto intreccio di palmizi e fiori nascenti.

Le canne di facciata sono raggruppate in tre campate secondo lo schema 7-9-7. Il profilo è piatto per le campate laterali e convesso per quella centrale; l'andamento delle bocche, opposto a quello delle altezze, conferisce un particolare movimento alla facciata.

Lo strumento dispone di una tastiera di 45 tasti con estensione Do1-Do5 con prima ottava scavezza. La pedaliera a leggio conta 14 pedali, l'ultimo dei quali serve esclusivamente ad azionare il Tamburo, ed è costantemente unita al manuale. I comandi dei registri sono posti a destra su due colonne e azionati da tiranti con pomolo.

La disposizione fonica è la seguente:

Principale 8'Voce umana (dal Do3)
Principale II (dal Fa#2)Flauto in ottava (completo)
OttavaFlauto in quinta (completo)
QuintadecimaSesquialtera (XII, XVII completa)
DecimanonaTrombone(dal Do1 al Do3)
VigesimasecondaCornetto a tre canne (XII, XV, XVII dal Do#3 al Do5)
VigesimasestaTromboncini bassi (dal Do1 al Si2)
VigesimanonaTromboncini soprani (dal Do3 al Do5)

Basso 8' al pedale (sempre inserito)

Accessori:

  • Usignoli (azionati da un tirante a pomolo posto a sinistra della tastiera)
  • Tamburo (azionato dall'ultimo pedale della pedaliera)

Rispetto alle sue ridotte dimensioni, quest'organo contiene, accanto alla classica piramide del Ripieno italiano, rafforzata dalla presenza di un secondo Principale, una inconsueta abbondanza di registri da concerto, che rivelano l'influenza esercitata sulla cultura organistica del tempo dall'organaro fiammingo Willem Hermans, che, con la sua attività in alcune delle principali città italiane quali Genova e Roma, fu uno dei principali artefici dell'introduzione di queste sonorità nella disposizione fonica degli strumenti italiani di epoca barocca.

Del tutto singolare poi è l'ambito dei registri da concerto (Flauti e Sesquialtera interi) e delle spezzature: Tromboncini all'italiana, (tra Si2 e Do3), Trombone e Cornetto alla spagnola (tra Do3 e Do#3). Tutto ciò conferisce a quest'organo una versatilità particolare e ne svela l'appartenenza ad un mondo culturale non limitato a semplici prospettive di ambito nazionale. Esso deve essere considerato un unicum non solo in terra ligure ma anche a livello nazionale per quanto riguarda la scuola organaria romana, nonché uno fra i più belli organi storici di Genova.

Il restauro è stato portato a termine nel 2004 dalla Bottega Organara Dell'Orto & Lanzini di Dormelletto (N0).

Codice e grafica a cura di Lucio Marinelli